Premesso che:
in data 11 dicembre 2017, 25 Stati membri dell'Unione europea hanno formalizzato l'impegno, già previsto dal Trattato di Lisbona del 2009, all'integrazione strutturale delle forze armate nella politica di difesa e sicurezza europee, con la creazione del programma denominato "cooperazione strutturata permanente" (PESCO), al fine di assicurare una gestione unitaria in ambito comunitario delle iniziative di cooperazione militare; premesso altresì che: su iniziativa franco-tedesca è stato promosso nel 2018 l'accordo di difesa intergovernativo "European intervention initiative (EI2)", ovvero una "forza di intervento rapido" dentro la UE che ambisce a sviluppare una forma di coordinamento rapido e di reattività militare, nonché di "pianificare congiuntamente sugli scenari di crisi che potrebbero minacciare la sicurezza europea"; nello specifico, l'adesione e la partecipazione al programma PESCO, pur se volontarie, comportano per gli Stati aderenti l'obbligo del rispetto degli impegni, e conseguentemente il mancato rispetto determina la sospensione dal programma del Paese inadempiente; l'obiettivo principale del programma PESCO dovrebbe essere quello di rafforzare la capacità di difesa della UE, mettendo in comune risorse per lo sviluppo degli armamenti (come droni e carri armati) in maniera cooperativa, riducendo, conseguentemente, le incompatibilità esistenti tra i vari sistemi di difesa; considerato che: la Francia e la Germania, pur avendo aderito al programma di cooperazione, hanno autonomamente avviato il progetto denominato "main ground combat system", per lo sviluppo di un nuovo carro armato da combattimento (o, in ipotesi, di una nuova famiglia di veicoli e sistemi di combattimento terrestri) al fine di sostituire, entro il 2035, i "Leopard 2" ed i "Leclerc": e ciò con la condivisione al 50 per cento dei costi del progetto e la conseguente ripartizione dei diritti di proprietà intellettuale per l'uso futuro delle tecnologie sviluppate; altri Paesi europei, tra cui Italia e Polonia, avrebbero richiesto più volte di partecipare al progetto in questione e, in particolare, alla prima fase iniziale, mentre i due Stati promotori avrebbero rifiutato tale richiesta, manifestando la volontà di consentire l'ingresso di Paesi terzi esclusivamente al termine della prima fase di sviluppo, ovvero dopo la realizzazione di un dimostratore tecnologico; atteso che: allo stato, l'Italia sta sviluppando, per mezzo del consorzio Iveco DVD-Leonardo, il programma di "ammodernamento di mezza vita" dell'attuale carro armato "Ariete", allestito dal consorzio Iveco-OTO Melara a partire dalla seconda metà degli anni '90: programma che appare non più procrastinabile, in quanto finalizzato a sanare il divario creatosi con le piattaforme dei Paesi alleati, al punto da limitarne l'interoperabilità, anche al fine di rispettare gli impegni italiani assunti nell'ambito della NATO; per il suo valore l'investimento può essere qualificato quale vero e proprio programma di sviluppo, tale da essere incluso nell'ambito della PESCO; ritenuto che appare necessario, conseguentemente, contrastare l'atteggiamento inaccettabile dell'asse franco-tedesco, contrario allo spirito del programma di cooperazione europea e finalizzato unicamente ad escludere dalla produzione delle tecnologie in via di sviluppo le industrie degli altri Paesi, promuovendo lo sviluppo di un altro programma di cooperazione in ambito europeo, con l'adesione di altri Stati pure partecipanti alla PESCO, anche al fine di ottenere dalla stessa Unione europea le risorse necessarie per la copertura di parte delle spese di sviluppo e progettazione, si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intendano adottare al fine di difendere l'interesse nazionale rispetto all'esclusione operata nei confronti dell'Italia da parte di Francia e Germania e se intendano altresì avviare altre iniziative di cooperazione in ambito europeo, anche al fine di tutelare la posizione dell'industria nazionale del settore.